Fra gli innumerevoli atti di valore compiuti dai Marinai d’Italia, durante il corso della II guerra mondiale, desidero ricordare l’Eroico comportamento di un mio Concittadino: il Tenente di Vascello Adolfo Gregoretti, nato a Carrara il 22.02.1915 e scomparso a bordo del cacciatorpediniere “Lanzerotto Maloncello” il 24 03.1943 nelle acque del Mediterraneo Occidentale. Allievo dell’Accademia Navale di Livorno, Conseguì la Nomina a Guardiamarina nel 1936 e la promozione a Sottotenente di Vascello nel 1937. Dopo un imbarco sull’incrociatore pesante “Fiume” venne assegnato sull’incrociatore leggero “Alberto da Giussano” affondato durante un combattimento nel canale di Sicilia la notte del 13.12.1941.
Durante le operazioni di abbandono nave , Adolfo Gregoretti si era talmente prodigato per disciplinare il salvataggio del personale, gettandosi anche in mare per soccorrere i naufraghi piu’ bisognosi, da meritare il conferimento “sul campo” con R.D. del 26.09.1942, dietro proposta del Capo del Governo e Ministro della Marina , la medaglia di Bronzo al Valor Militare. In seguito chiedeva di tornare a combattere ed otteneva l’imbarco prima sulla Corazzata “Roma” in qualità di Direttore del Tiro dei piccoli calibri e successivamente a bordo del Cacciatorpediniere “ Lanzerotto Maloncello”, della Classe Navigatori, con l’incarico di I Direttore del Tiro. Il giorno 23.03.1943 il CT Maloncello (capo scorta) al comando del Capitano di Fregata Carlo Rossi, il similare CT Leone Pancaldo e il CT Camicia Nera, della Classe Soldati, lasciavano Pozzuoli con direzione Tunisi, carichi dui truppe Tedesche destinate aall’Afrika Korps comanda data dal Feldernaresciallo Erwin Rommel. In un secondo tempo si aggiungeva alla formazione anche il CT Ascari proveniente da Palermo. Alle 07.28 del 24.03.1943 , nei pressi di Capo Bon, il Maloncello urtava una mina che scoppiando al centro dello scafo causava, alle ore 08.45, l’affondamento dell’Unità che si spezzava in due tronconi. Riassumerò l’Eroico e Nobile comportamento, tenuto dal T.V. Adolfo Grgoretti, attraverso alcune delle commoventi testimonianze che i marinai superstiti portarono al padre Ammiraglio.
Sc/Elettr. Girobussolista Calogero Raia:
Senza un momento di esitazione il D.T. Sign. Gregoretti (che era sceso allora dalla controplancia in plancia) si era occupato con grande slancio ed altruismo di tutto quanto poteva fare da un animo generoso, eroico ed altruista come il suo in un momento cosi tragico. Calmo, sereno, deciso, infondeva fiducia negli altri. Anche per l’enorme quantità di gente che c’era a bordo era difficile mantenere ordine e lui si prodigava per tutto e per tutti. Provvedeva alla distruzione delle carte mettendole in cassette speciali che poi gettava a mare. Si calava, sprezzante di ogni pericolo, nel locale munizioni da dove traeva in salvo un suo cannoniere. Da un boccaporto si calava pure nel locale macchine colpito che tutti giudicavano pericolosissimo per il vapore surriscaldato che vi si sprigionava. Da li poi usciva portando sulle spalle un fuochista gravemente ferito e sanguinante mentre in quel locale tutti gli altri erano morti per lo scoppio e per il vapore. Instancabilmente si occupava di far sistemare le zattere i feriti perché avessero la precedenza nel salvataggio e si interessava per l’equipaggio. Poichè parecchia gente era ancora a bordo, non si era sentito di abbandonare la nave e come testimoniare il suo attaccamento e la sua solidarietà, risaliva in plancia e rimaneva calmo e sereno a braccia incrociate sull’aletta di sinistra. Cosi è stato visto da moltissimi fino al momento che la nave è affondata lentamente e senza gorgo. Questo lasca adito alla speranza che nell’ultimo istante abbia potuto gettarsi a mare.
Fuoch. Stefano Giacobbone:
Sul CT Maloncello tutti ammiravano Vostro figlio e gli volevano bene sia per la sua grande genialità di Direttore del Tiro e per l’affetto e la familiarità con cui trattava l’equipaggio sia per il suo coraggio. Egli si è comportato da Eroe.
Elettr. Francesco Maggiano:
Alle 08.35 il Comandante dette ordine di abbandonare la nave, vicino a lui c’era il Sig. Gregoretti calmo, sereno e pieno di energia. Con il suo comportamento esemplare e con il suo indomito coraggio animava tutti coloro che lo avvicinavano.
Fuoch. Francesco Urbani:
Il Sig. Direttore del tiro TV Gregoretti godeva la simpatia e la benevolenza di tutto l’equipaggio del Maloncello per la sua bontà, per il suo coraggio e per le sue speciali doti militari. Il Vostro Glorioso, Eroico figlio molte volte si è distinto sfidando con sprezzo ogni pericolo.
2° C. R.T. Carlo De Paoli:
Al momento del sinistro Vostro figlio era in ottime condizioni fisiche e morali, già si è sempre distinto per la sua prontezza e spirito di iniziativa. L’ho visto accanto al Comandante Rossi, in plancia vicino a me, calmo in condizioni normali sebbene avesse fatto tanto per salvare parte del personale di macchina. Nella lancia che si è capovolta lui non c’era.
Cann. Antonio Angiolini:
Vi scrivo con quel sentimento di devozione sincera quale si addice a chi ha conosciuto Vostro figlio e ne è stato dipendente. L’ho visto nella plancia della nave fino all’ultimo momento. E’ Rimasto al suo posto senza agitazione ne si è preoccupato di prendere posto nelle zattere sulle quali aveva spinto i suoi marinai.
S.C. Cann. Silvio Busico:
Vidi il Vostro magnanimo figlio, il D.T. Tenente di Vascello Sig. Adolfo Gregoretti che, calmo e con animo sereno, gridava di soccorrere i feriti rifiutando di essere aiutato. Io lo guardavo spesso senza poterlo dimenticare perché ci amava avendo un cuore nobile e generoso. Vi posso giurare che Vostro figlio non si è mai allontanato dal suo posto di combattimento in quell’ora cosi tremenda e terribile per tutti noi. Egli vedendo un mio caro amico che non aveva il salvagente si levò il suo e glielo diede rimanendo impassibile di fronte ad un grande pericolo. In questi suoi mesi di imbarco sul Maloncello aiutava tutti, era molto buono e tutti gli volevano bene, specie noi puntatori che dipendevamo da lui.
Cann. Cosimo Zazzera:
Dopo il disastro, Vostro figlio ha sempre mantenuto una condotta calma dando coraggio a tutti e prestando opera di soccorso ai feriti. Vostro figlio è rimasto sulla plancia fino al momento in cui il Comandante ha dato l’ordine di abbandonare la nave, mantenendo ordine , calma e coraggio. Era sprovvisto di salvagente in quanto l’aveva consegnato ad un ferito.
Con Decreto in data 18.03.1947 il Capo Provvisorio dello Stato ha conferito la Medaglia d’Oro alla Memoria a Gregoretti Adolfo di Giuseppe e Lea Lazzoni, nato ad Apuania Carrara il 25 Febbraio 1915- Tenente di Vascello, con la seguente motivazione:
“Direttore del Tiro di cacciatorpediniere irrimediabilmente colpito da offesa subacquea,si prodigava con calma e perizia nelle operazioni di abbandono della Nave. Nel nobile intento di assistere i propri marinai si calava coraggiosamente in locali allagati ed invasi dal vapore, portando in salvo personale ferito. Distrutti i documenti segreti e le carte nautiche, dimentico di sé, si dedicava al salvataggio della gente, reso difficoltoso dall’infuriare del mare, e generosamente passava la propria cintura di salvataggio a marinaio che ne era sprovvisto. Nell’imminenza dell’affondamento, rifiutava di abbandonare il proprio posto prima di avere la certezza che tutto l’equipaggio lo avesse preceduto e spariva con la Nave tenendo fede fino all’ultimo all’ideale che aveva costantemente animato la sua vita di uomo d’arme e di mare, quello di essere sempre il primo nel dovere e nel sacrificio”.
Mediterraneo Occidentale, 24 marzo 1943
L’A.N.M.I. Carrara da sempre impegnata a conservare la memoria storica/marinara della nostra zona, ringrazia il Dott. Umberto Barzaghi socio e storico del nostro Gruppo che ci ha inviato le notizie della M.O.V.M.
M. O. V. M. Adolfo GREGORETTI: PER NOI SEMPRE P R E S E N T E
O N O R I - A- L U I
Adolfo Gregoretti
di Umberto Barzaghi
M.O.V.M. alla Memoria:
Adolfo Gregoretti